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Piccole soddisfazioni

Ieri sera abbiamo avuto degli amici a cena, finalmente. Era da tempo che dovevamo invitarli e per un motivo o per l’altro abbiamo sempre rimandato; la serata è stata super piacevole anche se leggermente troppo carboidratata e siamo stati benissimo. Hanno portato una torta gelato al caffè superlativa che ha glissato senza troppi complimenti i miei mini clafoutis alla fragola, che sarebbero stati ottimi se non avessi voluto fare di testa mia aggiungendo della farina perché il composto mi pareva troppo liquido. DEVE essere liquido. Riproverò senz’altro e metterò sul blog la ricetta con le foto, visto che in questi mesi di silenzio ho ricevuto un dono meraviglioso con cui posso finalmente scatenarmi.

Tornando alla cena, non ho precisato che i nostri amici, così come del resto anche il mio moroso, sono fumatori, e tutti e tre ci hanno dato dentro con le sigarette durante la serata, che si è protratta fino a tarda ora. Bene, sono felicissima di dire che né dopo la cena, né dopo il caffé, né mentre bevevamo l’amaro mi è venuto in mente di fumare, o ho provato il desiderio di farlo. In questo periodo così avaro di soddisfazioni, mi tengo stretta questa e vado avanti, sperando che vengano tempi migliori anche dal punto di vista meteorologico. Fa un freddo cane e di spiaggia o almeno piscina non se ne parla proprio.

Verranno tempi migliori.

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Da cosa si vede se uno fuma.

Un post più leggero per smaltire la sbornia triste del post elezioni.

Qualcuno è capitato nel mio blog cercando esattamente queste parole chiave: da cosa si vede se uno fuma. Questo è un grido d’allarme che non può rimanere inascoltato. Allora, in ordine sparso ti scrivo, caro amico sconosciuto (ci scommetto che sei un maschietto) i vari indizi che portano all’inevitabile conclusione: uno si dota di sigarette, accendino, cerini, cartine, tabacco, filtrini ed altri gadget esteticamente orrendi, insomma tutto l’armamentario del giovane tabagista/fumatore. Siccome l’adolescente è di per se sbadato lascia in giro i pezzi: è inevitabile che si faccia sgammare. Occhio soprattutto alle cartine trasparenti che foderano i pacchetti di sigarette: non si sa perchè, ma non stanno mai al loro posto … Se si tratta di un adolescente precisino è più dura, ma tendenze maniaco ossessive (tipo urla sfrenate se si sfiora con il pensiero la tasca destra del giubbetto) rivelano a volte più di quanto si tenderebbe a pensare. Poi una certa aria da arrivato, da uno che ha scoperto come va il mondo, che si sa divertire, che sa stare al gioco, uno tranquillo insomma. Elementi fisici che tradiscano il fumatore secondo me non ce ne sono, se è quello che indendevi.

Se invece la richiesta proveniva da una bimba le dico solo una cosa: lascia perdere. Si va da lì alla playstation (o quello con cui giocano adesso) fino a 30 anni. Trovatene uno in gamba, che da qualche parte ce ne saranno ancora, se proprio devi.

Chissà se ho imbroccato. Amico o amica sconosciuti, per favore fatemi sapere se ho indovinato. Sherlock che non sono altro, si vede che anni e anni di tabagismo non mi hanno del tutto rovinato. 🙂

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Due sigarette

Per festeggiare i 1000 accessi al mio blog (grazie a tutti, anche a quelli capitati per caso), ho deciso di darmi all’arte. Anzi, chiedo venia per il ritardo, ma in questi giorni ho investito il poco tempo libero che avevo nella scrittura di un racconto per un concorso letterario: incrociamo le dita! Se, come penso, lo scarteranno, lo pubblicherò qui e mi direte com’è. Tornando all’argomento di stanotte, copio qui una bella poesia di Pavese che si intitola, puta caso, Due sigarette.

Ogni notte è la liberazione. Si guarda i riflessi
dell’asfalto sui corsi che si aprono lucidi al vento.
Ogni rado passante ha una faccia e una storia.
Ma a quest’ora non c’è più stanchezza: i lampioni a migliaia
sono tutti per chi si sofferma a sfregare un cerino.

La fiammella si spegne sul volto alla donna
che mi ha chiesto un cerino. Si spegne nel vento
e la donna delusa ne chiede un secondo
che si spegne: la donna ora ride sommessa.
Qui possiamo parlare a voce alta e gridare,
che nessuno ci sente. Leviamo gli sguardi
alle tante finestre – occhi spenti che dormono –
e attendiamo. La donna si stringe le spalle
e si lagna che ha perso la sciarpa a colori
che la notte faceva da stufa. Ma basta appoggiarci
contro l’angolo e il vento non è più che un soffio.
Sull’asfalto consunto c’è già un mozzicone.
Questa sciarpa veniva da Rio, ma dice la donna
che è contenta d’averla perduta, perchè mi ha incontrato.
Se la sciarpa veniva da Rio, è passata di notte
sull’oceano inondato di luce dal gran transatlantico.
Certo, notti di vento. E’ il regalo di un suo marinaio.
Non c’è più il marinaio. La donna bisbiglia
che, se salgo con lei, me ne mostra il ritratto
ricciolino e abbronzato. Viaggiava su sporchi vapori
e puliva le macchine: io sono più bello.

Sull’asfalto c’è due mozziconi. Guardiamo nel cielo:
la finestra là in alto – mi addita la donna – la nostra.
Ma lassù non c’è stufa. La notte, i vapori sperduti
hanno pochi fanali o soltanto le stelle.
Traversiamo l’asfalto a braccetto, giocando a scaldarci.

Ho poco da essere romantica comunque: sono le 2 e 16 del mattino, ho fatto mille kilometri oggi e vorrei solo dormire ma nell’appartamento sotto il mio è in corso la festa del secolo: il dj deve essere particolarmente ubriaco perchè sta proponendo, a volumi imbarazzanti anche per un rawe, delle famose hits degli anni ’80. Ma quel che è peggio è che il mio ragazzo, rincasando da una serata tra amici, si è precipitato a festeggiare anche lui, non si sa bene cosa. Per fortuna che non fumo più… a proposito di fumare: oggi mi sono pesata. Mi sa che parecchi dei prossimi post saranno dedicati alla mia dieta dimagrante. Ragazzi, se proprio dovete smettere di fumare, almeno fatelo in settembre.

E intanto qua sotto si balla …

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Gemellaggio

Qualche tempo fa mi sono resa conto che ho un alter ego (o io sono l’alter ego di qualcun altro) : ebbene sì, pensavo di essere stata una pioniera ed invece esiste un’altro Iosmetto nell’universo on line. Proprio un’ideona originale, la nostra, non c’è che dire! Ho comunque provato ad iscrivermi al loro forum ma purtroppo il collegamento al form di iscrizione non funziona con nessuno dei miei browser, ci riproverò. Ovviamente il forum ed la community sono dedicate allo stesso tema che ha spinto me ad aprire questo blog. Proporrò loro un gemellaggio … vediamo se l’unione fa la forza veramente. Intanto segnalo il loro link sperando che qualche link presente nella pagina funzioni:

http://iosmetto.altervista.org/

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Matite e sigarette: ancora su Marjane Satrapi

Facendo un giretto per la rete ho trovato questa interessante intervista all’acclamata autrice di Persepolis, Marjane Satrapi, di cui ho già parlato qualche giorno fa.

L’intervistatrice, Deborah Solomon, le fa delle domande interessanti sulla sua posizione rispetto alla questione “femminile”, oltre che riguardo all’arte del fumetto. L’intervista si chiude con una domanda apparentemente banale: come mai, chiede la Salomon, ha scelto di vivere a Parigi. Ecco come risponde la nostra accanita disegnatrice:

Mi piace vivere lì perché posso fumare ovunque, ma questo sta cambiando. Forse andrò a stare in Grecia, perché là puoi ancora accenderti una sigaretta dove ti pare. Probabilmente alla fine lasceranno un solo paese in cui si permette di fumare, per tutti quelli che al mondo non vogliono smettere, e io andrò là. Fumare ti uccide, ma la vita ti uccide comunque, e se proprio non vuoi morire allora chiuditi in frigorifero appena nasci, così non ti capiterà nulla.

Ecco, se fossi ancora una fumatrice la penserei esattamente così.

Qui troverete il testo integrale dell’intervista.

Già che ci siamo, date anche un’occhiata a questo link: una bella recensione di Persepolis dal sito “Il Paese delle donne”.

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