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Smetto con uno e attacco con l’altro

Era troppo bello per essere vero. Come da copione, la mia vita non poteva scorrere fluida e libera dalle dipendenze. No, neanche per sogno. Smetto, anzi, tento di smettere con le sigarette ed attacco con il caffè.

Eh già. Passata indenne attraverso una gincana di genitori morbosamente attaccati alla macchinetta del caffè, compagni di appartamento e amici ultraortodossi della moka e colleghe assatanate di caffeina, ecco che mi ritrovo ora a smaniare per questo composto scuro e allappante, dall’odore sommamente disgustoso ma, chissà perchè, assolutamente irresistibile. Però… ovviamente c’è sempre un però. Così come non fumavo se non avevo una gomma da masticare perchè fondamentalmente il sapore della sigaretta mi faceva schifo, così ora non mi bevo mica il caffè in quanto tale, non sia mai. Ci devo sempre mettere del mio, io. Quindi, tra tutte queste opzioni che abbiamo a disposizione, quale scelgo?

Non ne scelgo nessuna, ovviamente!

A me piace solo ed esclusivamente questo: .

Non è per fare pubblicità, ma è veramente una cannonata, una bomba, orzo (che è quello che bevevo anche prima di scoprire questa meraviglia, questo sublime surrogato) e caffè, bello lungo e con tanto zucchero, alla faccia della dieta e della glicemia.

Quando vado al bar, invece, sono una di quelle che rompono i maroni ai baristi. Chiedo un caffè d’orzo lungo in tazza grande con zucchero di canna (strano che non mi abbiano mai chiesto se il cren lo voglio a parte). Ci vuole pazienza con chi sta smettendo di fumare, tanta tanta pazienza.

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Fuga dalla nicotina, se c’è il sole.

Mi hanno detto che quando si smette di fumare sarebbe meglio fare dello sport (a quanto pare, per quanto moderno sia, l’uso smodato della chat e la scrittura di un blog non vengono annoverati tra le discipline sportive) per espellere le tossine e riprendere a respirare in maniera consona ad un essere umano, ovvero riuscire a fare due rampe di scale senza la necessità di avere una bombola d’ossigeno a portata di mano una volta arrivati. Pertanto, ho ritenuto opportuno di associare alla lezione di Yoga settimanale (che peraltro mi sta dando grandi soddisfazioni) l’unica attività che mi posso permettere: la corsa. Quindi da ora in poi sono costretta, più dall’ago della bilancia che dalle opinioni altrui, almeno tre volte la settimana ad andare a farmi una bella corsetta di almeno un quarto d’ora . Devo dire che la prima volta ho avuto ottimi risultati nonostante sia drasticamente fuori forma, quindi continuerò con entusiasmo. Poi di buono c’è che correre fa passare (almeno per qualche minuto) la voglia di mangiare, e visto il mio delicato stato di ex fumatrice e neo cicciottella è di sicuro un grande merito della suddetta, da me sempre denigrata, attività. Ora non mi resta che indossare le nuove giacchettine da jogging che mi sono prontamente procurata e iniziare a correre… speriamo che duri. Già stasera penso che non se ne farà niente: piove a catinelle. Evvai!

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La prossima volta smetto in settembre

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Siamo a quasi tre mesi dallo stop alle sigarette ed il resoconto della bilancia è drammatico: sono quasi a +1,5 (quasi non vuol dire 1,4, vuol dire 1,8 … diciamo che approssimo per difetto). Certo, potrebbero essere anche di più, ma mi accontento di quelli che ho. Tenuto conto che ne avrei dovuti perdere già due o tre prima di smettere di fumare (almeno), ora siamo a 5. Da perdere. Io. Non ce la farò mai. Perchè non ce la farò mai?

1) Mi piacciono tanto i dolci, i dolcini ed i dolcetti;

2) Quando esco un aperitivo (anche qui l’articolo è un’approssimazione per difetto) non me lo leva nessuno;

3) Andare a correre mi disgusta, così come tutti gli altri sport e l’attività fisica in generale, compreso stirare, ovviamente;

Sto cercando affannosamente su Internet la DMEF – Dieta Magica dell’Ex Fumatore – come smettere di fumare e diventare nel contempo un/a modello/a -, ma per fortuna non la trovo. Dico per fortuna perchè tanto non riuscirei a seguirla. Trovo però tanti consigli di vario genere… Quelli più divertenti sono nei siti dedicati alle donne. Uno mi ha colpito: mi si consiglia di diminiure zuccheri e grassi (ma va??), di aumentare il consumo di frutta e verdura, (ma davvero?), di fare tanta attività fisica, e di stare tranquilla perchè normalmente le donne che fumano pesano circa 4 chili in meno delle coetanee non fumatrici, quindi è perfettamente normale riprendere questi chiletti una volta smesso di fumare. Un esercito di palloni aerostatici, praticamente. La nicotina è uno stimolante e attenua il senso della fame: quindi se non si vuole ingrassare, cos’altro fare se non diventare dipendenti da qualche geniale terapia sostitutiva?

Insomma, la prossima volta smetto in settembre.

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Due sigarette

Per festeggiare i 1000 accessi al mio blog (grazie a tutti, anche a quelli capitati per caso), ho deciso di darmi all’arte. Anzi, chiedo venia per il ritardo, ma in questi giorni ho investito il poco tempo libero che avevo nella scrittura di un racconto per un concorso letterario: incrociamo le dita! Se, come penso, lo scarteranno, lo pubblicherò qui e mi direte com’è. Tornando all’argomento di stanotte, copio qui una bella poesia di Pavese che si intitola, puta caso, Due sigarette.

Ogni notte è la liberazione. Si guarda i riflessi
dell’asfalto sui corsi che si aprono lucidi al vento.
Ogni rado passante ha una faccia e una storia.
Ma a quest’ora non c’è più stanchezza: i lampioni a migliaia
sono tutti per chi si sofferma a sfregare un cerino.

La fiammella si spegne sul volto alla donna
che mi ha chiesto un cerino. Si spegne nel vento
e la donna delusa ne chiede un secondo
che si spegne: la donna ora ride sommessa.
Qui possiamo parlare a voce alta e gridare,
che nessuno ci sente. Leviamo gli sguardi
alle tante finestre – occhi spenti che dormono –
e attendiamo. La donna si stringe le spalle
e si lagna che ha perso la sciarpa a colori
che la notte faceva da stufa. Ma basta appoggiarci
contro l’angolo e il vento non è più che un soffio.
Sull’asfalto consunto c’è già un mozzicone.
Questa sciarpa veniva da Rio, ma dice la donna
che è contenta d’averla perduta, perchè mi ha incontrato.
Se la sciarpa veniva da Rio, è passata di notte
sull’oceano inondato di luce dal gran transatlantico.
Certo, notti di vento. E’ il regalo di un suo marinaio.
Non c’è più il marinaio. La donna bisbiglia
che, se salgo con lei, me ne mostra il ritratto
ricciolino e abbronzato. Viaggiava su sporchi vapori
e puliva le macchine: io sono più bello.

Sull’asfalto c’è due mozziconi. Guardiamo nel cielo:
la finestra là in alto – mi addita la donna – la nostra.
Ma lassù non c’è stufa. La notte, i vapori sperduti
hanno pochi fanali o soltanto le stelle.
Traversiamo l’asfalto a braccetto, giocando a scaldarci.

Ho poco da essere romantica comunque: sono le 2 e 16 del mattino, ho fatto mille kilometri oggi e vorrei solo dormire ma nell’appartamento sotto il mio è in corso la festa del secolo: il dj deve essere particolarmente ubriaco perchè sta proponendo, a volumi imbarazzanti anche per un rawe, delle famose hits degli anni ’80. Ma quel che è peggio è che il mio ragazzo, rincasando da una serata tra amici, si è precipitato a festeggiare anche lui, non si sa bene cosa. Per fortuna che non fumo più… a proposito di fumare: oggi mi sono pesata. Mi sa che parecchi dei prossimi post saranno dedicati alla mia dieta dimagrante. Ragazzi, se proprio dovete smettere di fumare, almeno fatelo in settembre.

E intanto qua sotto si balla …

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